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17 Maggio 2018

I cereali integrali sono alimenti ricchi di vitamine e minerali. Contengono 5 volte di fibra in più rispetto ai cereali raffinati. L’integrale è l’antiossidante per eccellenza, ricco di acidi grassi essenziali.

I cereali integrali in chicco, non trasformati, sono una preziosa fonte di fibra e micronutrienti, come antiossidanti, vitamine, minerali. Sono inoltre una buona fonte di acidi grassi polinsaturi. Infatti, quando gli strati esterni di questi alimenti vengono rimossi e i chicchi sono raffinati, ciò che resta è solo amido e proteine.

L’assunzione di cereali integrali può contribuire al raggiungimento e al mantenimento di un peso adeguato. Le persone che consumano cereali integrali, nell’ambito di una dieta bilanciata, hanno meno probabilità di aumentare di peso nel corso del tempo.

Scegliere alimenti a base di cereali integrali porta solo vantaggi, al contrario di quelli raffinati che nel medio e lungo termine: da lievi malesseri quotidiani a vere e proprie malattie nel corso degli anni.

Adriana Forapani


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Sono Adriana Forapani, dietologa e specialista in Scienza dell’Alimentazione e malattie metaboliche.

Ho diversi anni di esperienza e una ferma convinzione: è possibile dimagrire con piacere!
La dieta, infatti, non deve essere necessariamente un sacrificio, qualcosa da affrontare con paura, tensione o negatività.
Individuare e seguire un regime alimentare adatto al proprio corpo e al proprio stato fisiologico significa correggere le abitudini e gli stili di vita scorretti, aprendo la porta al proprio benessere fisico e psicologico.
Mi potete trovare a Mantova e Ostiglia per iniziare e continuare un percorso specifico seguendo i vostri bisogni e le vostre esigenze.
 

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3 Maggio 2018

Lo sapevate che ci sono degli alimenti che possono accelerare il metabolismo?
Non sono scorciatoie che ci garantiscono di perdere peso rapidamente da un giorno all’altro, ma sono cibi utili nella nostra dieta di tutti i giorni.

Di seguito trovate solo alcuni degli alimenti che consiglio, per approfondire l’argomento guarda anche il video!

Il pompelmo è un frutto che fa benissimo in quanto contiene molta vitamina c e diminuisce il livello del colesterolo e dei trigliceridi.

L’alga Kombu, ricca di Iodio, stimola il buon funzionamento della tiroide e quindi.

L’alga Wakame contiene moltissimo calcio.

I broccoli hanno una funzione depurativa e sono ricchi di vitamina C, A e K. L’aceto di mele brucia i grassi, così come il peperoncino

Il peperoncino ha un’azione positiva sul nostro metabolismo e sulla circolazione del sangue viene attribuita al suo contenuto di capsaicina, un composto chimico in grado di svolgere un’azione stimolante sia sui processi metabolici che circolatori.

Mangiare peperoncini piccanti aumenterebbe la nostra spinta metabolica del 25% per un periodo che può prolungarsi fino a tre ore. Se da una parte il metabolismo subisce un’accelerazione, dall’altra lo stimolo della fame si riduce ed il senso di sazietà perdurerà più a lungo.

Da non sottovalutare lo zenzero, la senape, la quinoa, le spezie, il pepe…sono tutti alimenti ai quali dobbiamo dare maggiore attenzione durante la nostra dieta!

L’assunzione di cibi ricchi di omega3 si rivela fondamentale nel ristabilire il corretto ritmo del metabolismo in quanto questi acidi grassi essenziali riducono la produzione di un ormone chiamato leptina, che sarebbe in grado di contribuire al rallentamento del metabolismo. Tra gli alimenti da scegliere per aumentare l’apporto di omega3 nella dieta vi sono olio di lino, semi di lino, semi di zucca, semi di girasole, noci e anacardi.

Adriana Forapani


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3 Maggio 2018

Ogni giorno pranzi in ufficio e hai paura che questo sia un problema per la tua decisione di iniziare una dieta e smaltire i chili accumulati? Effettivamente la vita frenetica ti spinge a mangiare ad orari irregolari e a non preoccuparti troppo di quello che metti in tavola.

Spesso l’ufficio diventa il nemico numero uno della dieta. Dal mangiucchiare davanti al computer, ai pranzi saltati per colpa di lunghe riunioni, fino alla colazione che non fai mai, perché la mattina preferisci svegliarti all’ultimo minuto.

A seconda del lavoro non si ha proprio il tempo per elaborare un pranzo corretto ed equilibrato dal punto di vista nutrizionale.

Per gli impiegati che svolgono orario continuato o per chi svolge turni la cosa migliore è quella di portare in ufficio dei contenitori con frutta, verdura già pronta per essere mangiata, un pezzo di pane e cibi facilmente digeribili.

Un’ altra soluzione, non ci crederete mai, ma può essere un panino. L’importante che abbia all’interno verdura, tonno o bresaola. Attenzione però che con il panino il rischio è quello di mangiare velocemente!

È importante ritagliarsi comunque, nonostante i tempi stretti del pranzo in ufficio, il “giusto tempo” per mangiare, ovvero non meno di 20 minuti, perché masticare in fretta rende più difficile la digestione e perché la sazietà è anche una sensazione psicologica che il cervello deve avere il tempo di elaborare.

Adriana Forapani


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22 Marzo 2018

Gli esami del sangue fotografano inequivocabilmente il nostro stile di vita a tavola. Non potete barare, il loro verdetto è inequivocabile, sia che stiate mangiando schifezze da mesi, sia che siate dei perfetti salutisti.

Tutti (mi auguro) facciamo regolarmente gli esami del sangue. L’ideale sarebbe farli almeno ogni anno, sia per avere un semplice check up della nostra salute, sia per verificare che non ci sia qualcosa di poco piacevole. Loro ci dicono tutto, non c’è scampo.

È molto importante fare queste analisi, in quanto ci dicono come sta funzionando l’organismo. Ad esempio, tra le varie voci che leggete ci sono i famosi trigliceridi, ovvero i grassi che derivano dall’alimentazione. Nello specifico ci diranno se consumiamo più o meno grassi animali. Se avete valori oltre i 170mg/dl, allora siete dei forti mangiatori di insaccati e carni rosse. Fareste rabbrividire un vegetariano! Se invece il valore è sui 65/70, allora siete ghiotti di verdure…bravi!

Quante volte invece avete sentito parlare di colesterolo? Ovvero altri grassi del sangue insieme ai colleghi trigliceridi. Se il colesterolo è ridotto, primo: complimenti perché ad oggi è davvero dura sentire qualcuno che abbia il colesterolo basso, e secondo, significa che la vostra alimentazione è ricca di pesce azzurro come sgombro, salmone, tonno o sardine. Essi contengono omega3, i cosiddetti grassi buoni, molto importanti per il metabolismo. Li troverete infatti sempre nelle diete, in grandi quantità, vero? Ma gli omega3 sono molto importanti anche per mantenerci giovani, in quanto influiscono positivamente sul sistema nervoso, immunitario ed endocrino. Io se fossi in voi andrei subito a trovare il vostro pescivendolo di fiducia…

Un’altra voce che parla della nostra alimentazione è quella riguardante il livello di acido urico. Se è alto allora state consumando troppe carni rosse, frattaglie e grassi animali, rischiando di trovarvi fastidiose e pericolose infiammazioni. Fate quindi attenzione a questo valore.

Scorrendo i nostri esami, troviamo poi l’omocisteina, ovvero l’aminoacido che ci indica il rischio cardiovascolare. Se ne avete molto nel sangue, è indice di basso consumo di verdure… Fatevi qualche minestrone e insalata in più, ne trarrete giovamento!

Se avete troppi grassi in corpo, attenzione che arrivano anche le transaminasi elevate, che determinano il cosiddetto “fegato grasso”, una malattia diffusa in Italia associata al sovrappeso. Ma in questo caso, non basta una dieta per disintossicare il vostro povero fegato: dovreste prendere anche il cardo mariano, ovvero una pianta officinale che protegge questo organo, e il tarassaco, pianta che cresce spontanea nei campi.

Come vedete, non si sfugge dagli esami del sangue. Loro sanno tutto di voi, ma non voglio spaventarvi. Non dovete eliminare completamente insaccati o carni rosse, questo no. Ma una cosa ve la voglio dire: state controllati con gli esami, come dicevo almeno una volta all’anno e se avete malattie del metabolismo allora anche più spesso. In caso di valori alti, cambiate stile di vita, correggete la vostra alimentazione e fate movimento. Il mio consiglio? La ricetta è davvero veloce e semplice: 5 porzioni di verdura quotidiane, 30 minuti di camminata al giorno e 200 come valore del colesterolo..ma se riuscite ad averlo più basso…tanto meglio!

Dott.ssa Adriana Forapani


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19 Marzo 2018

Siamo ciò che mangiamo, si dice. Sono convinta che la medicina migliore, specialmente per alcune patologie, sia proprio quella di mangiare bene e sano. Penso alle persone affette da insufficienza cardiaca, per i quali, ad esempio, il sodio è veleno. La miglior cura è sicuramente un intervento efficace sull’alimentazione, in particolar modo dopo le dimissioni dall’ospedale.

Accompagnare il paziente dopo il ricovero, aiutandolo ad osservare una dieta idonea alla sua particolare condizione, è stato oggetto di studio ed analisi. Attenzione però che seguire una dieta povera di sodio non significa restrizione calorica, quindi malnutrizione, tutt’altro!

È stato infatti scientificamente provato che, attraverso un intervento mirato ad una alimentazione corretta in questo tipo di persone, si sono ridotti sia i ricoveri che i giorni di permanenza all’ospedale. Come? Presto spiegato: ai pazienti con insufficienza cardiaca cronica o acuta, dimessi dall’ospedale, venivano somministrati, a domicilio, pasti ricchi di potassio e poveri di sodio. Il risultato è stato di miglioramento della salute e di conseguenza della qualità della vita.

Il sodio altro non è che il comune sale da cucina, contenuto in tantissimi alimenti e che può portare a stressare non poco il cuore, bisogna quindi stare molto attenti. Quante volte avete sentito dire che è meglio consumare alimenti a più basso tasso possibile di sodio, pericoloso per il cuore e per i reni? Perfino le aziende distributrici di acqua sfruttano, nelle proprie pubblicità, il pregio di contenerne pochissimo.

Il potassio invece, come sapete, fa molto bene, ed è un minerale indispensabile per il buon funzionamento dell’organismo. È presente soprattutto nella frutta, nei legumi e nelle verdure. So che avreste preferito vi dicessi che lo trovate nei formaggi e nel cioccolato, ma mi spiace…rimarrete delusi.

Torniamo a noi. Come ho già detto, è scientificamente provato che una dieta povera di sodio e ricca di potassio, provata su diversi pazienti affetti da insufficienza renale o cardiaca e dimessi da un ospedale, fa bene. Dopo 4 settimane di trattamento e altre 12 di monitoraggio, ne hanno infatti tratto molti benefici. Lo studio si è focalizzato su persone over 55, per questo si può tranquillamente affermare che fa bene particolarmente alle persone adulte e anziane.

Penso infine che sarebbe opportuno, nel percorso post ospedale, inserire pasti appositi per queste persone. Certo, questo tipo di trattamento potrebbe risultare forse troppo dispendioso… ma la salute non ha prezzo, questo dobbiamo ricordarcelo sempre.

Dott.ssa Adriana Forapani


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12 Marzo 2018

I dati sull’obesità sono allarmanti. Pensateci: se da una parte del mondo le persone muoiono di fame, dall’altra abbiamo, solo nel 2015, 4 milioni di decessi di cui il 40% attribuiti a soggetti in sovrappeso, il restante a persone obese.

Tradotto in cifre, sono 2,2 miliardi, adulti e bambini, le persone che hanno problemi gravi di peso. Ciò significa, ahimè, che un terzo della popolazione mondiale soffre di sovrappeso o obesità. Vi dico la verità, io sono molto preoccupata. Quello che voglio fare capire oggi, è che questo non è solo un problema estetico: l’obesità trascina con se conseguenze nefaste.

A studiare e raccogliere dati su questa realtà apocalittica, è uno studio, del Global Burden of Disease, presentato all’EATStockholm Food Forum e pubblicato sul New England Journal of Medicin. Vi svelo alcuni dati che sono emersi.

Grazie al cielo non siamo ancora sul podio, dove troviamo Cina, India e USA, mentre fanalini di coda sono Vietnam e Bangladesh. Il problema purtroppo è in aumento e non accenna a diminuire o tantomeno a fermarsi. Dal 1980 la prevalenza dell’obesità è raddoppiata, mi preme pertanto molto quella infantile.

Il 30% della popolazione mondiale (i famosi 2,2 miliardi) è popolata da persone che soffrono di eccesso di peso, e tra di loro ben 108 milioni sono i bambini obesi, 600 milioni gli adulti. Non si tratta di mero sovrappeso, ma significa avere un indice di massa corporea superiore a 30. Una follia!

Come dicevo all’inizio, non è solo un problema estetico, ma ci riguarda molto nel profondo. Se siamo obesi o sovrappeso avremo molta più probabilità di ammalarci. E non parlo di una semplice influenza o raffreddore: penso alle leucemie e ai tumori più funesti, come esofago, colon retto, fegato, pancreas, utero, e chi più ne ha più ne metta!

Attenzione, perché chi inizia presto ad avere problemi di peso, sarà molto più appetibile per le malattie quali ad esempio diabete e ipertensione. Non voglio però spaventarvi, ma state attenti a voi stessi e ai vostri figli: se si è in sovrappeso si è anche più vulnerabili fisicamente e moralmente.

Occorre riflettere, rimboccarsi le maniche. L’obesità, come avrete ormai capito, è uno dei problemi più complessi riguardanti la salute pubblica in quanto interessa molte, troppe persone. Una su tre è un dato terribile, per questo è necessario affrontare il problema e non voltarsi dall’altra parte.

Il prezzo da pagare in caso contrario è davvero alto, credo che nessuno di voi voglia ammalarsi di diabete, cuore o cancro.

Se rischiate quindi di rientrare in quei 2,2 miliardi di persone, quello che mi sento di dirvi è di seguire i consigli degli esperti, e soprattutto impegnatevi a seguire una dieta pennellata sulle vostre esigenze. Ricordatevi che le diete devono accompagnarvi tutto l’anno, e non fermarsi al buon proposito del 1 dell’anno.

 

Dott.ssa Adriana Forapani


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6 Marzo 2018

Invecchiare si sa, non piace a nessuno. La comparsa delle prime rughe, i primi mal di schiena… Se ci fosse un modo per evitare tutto ciò, lo vorremmo sicuramente sapere.

Ma l’invecchiamento non è soltanto il frutto dell’usura del tempo, viene causato anche da un processo attivo composto da un insieme di geni che lo rallentano o accelerano. Questo vale sia nelle cellule umane che, pensate un po’, nel lievito, che non è solo un semplice fungo, ma ci può svelare molte cose sull’invecchiamento. Ci sono state anche ricerche incentrate sui geni del lievito che agiscono in positivo o in negativo sul passare del tempo negli esseri viventi. Nel corso di alcuni studi, il lievito è stato esposto all’acido lithocholic (una molecola che ritarda l’invecchiamento), per ottenere dei mutanti di lievito di lunga vita, chiamati lieviti centenari. Questi “vecchietti” hanno vissuto ben cinque volte più a lungo dei “colleghi” normali avendo consumato più ossigeno e prodotto più energia dei lieviti non modificati.
Non voglio dilungarmi troppo sullo studio in esame, ma penso sia corretto affermare che le cellule del lievito funzionano come quelle umane. Esistono meccanismi attivi che portano all’invecchiamento e si possono manipolare con molecole naturali allo scopo di ritardare l’arrivo di rughe e acciacchi, ma anche e soprattutto migliorare la salute. Ci sono però metodi più semplici per cercare di ritardare l’inevitabile invecchiamento.
Mi viene da pensare ad esempio alla gestione dello stress e alla nutrizione.

Da nutrizionista ritengo opportuno affermare che un buon invecchiamento parte da una dieta antiossidante e antinfiammatoria, abbinata al movimento fisico. Non vi farà vivere duecento anni ma vi farà invecchiare bene e in salute.

Dott.ssa Adriana Forapani


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26 Febbraio 2018

“Mens sana in corpore sano”, si dice. La dieta è un percorso difficile, che va al di là del semplice “mangiar il giusto e bene”. Chissà quante volte le vostre amiche vi hanno detto di aver visto una dieta miracolosa su internet, in televisione o su un giornale. Eppure poi, di miracoloso non aveva nulla. Perché? Si sbaglia il modo di affrontarle.

Pensateci: quando iniziate una dieta, qual è la prima cosa che avete voglia di fare? Ovviamente.. mangiare! Perché si sa, se sai di non poterlo fare, lo vuoi fare! Bisogna iniziare invece un percorso che guardi non solo alla trasformazione del corpo ma anche e soprattutto della mente, perché è psicologicamente che si è più fragili.
Cerco di spiegarmi meglio: occorre sfruttare in modo sano e corretto il proprio rapporto con il cibo. Corpo e mente sono complementari, se sta bene uno deve star bene anche l’altra, soprattutto durante una dieta. Tante falliscono in quanto alla prima frustrazione, si trova conforto nel cibo e si riprende inevitabilmente peso. Ma come si può cominciare a trasformare la mente?
Regola numero uno: non pensate di perdere 20 kili il primo giorno. Mai creare false aspettative, pena la frustrazione di cui parlavo prima. Andate per gradi, senza fretta. Chi va piano va sano e va lontano.
Un altro consiglio che mi sento di darvi è di non sedervi a tavola da soli, ma di circondarsi di persone giuste, che non minino il nostro percorso motivazionale e nutrizionale.

Apparecchiate sempre la tavola. Non avete ospiti? Coccolatevi, preparate il vostro tavolo  e, trucchetto, utilizzate piatti piccoli. In questo modo ingannerete l’occhio e vi sembrerà di mangiare di più.
Certo, a volte mi sento dire: “E se torno tardi e non ho voglia di un preparare un pasto completo, ma ho una barretta veloce da consumare?”. Ecco, dico la verità, sono soluzioni  che a volte consiglio anche io, non deve essere però la regola. Affidatevi piuttosto a un buon frutto, o a un bicchiere di latte.

In questo modo dormirete meno appesantiti e pronti per affrontare il giorno dopo con leggerezza e positività. E se siete stati bravi tutta la settimana, concedetevi un premio almeno la domenica, d’altronde anche Dio ha trovato un momento per riposarsi. Ma sempre senza esagerare: vedrete, sarà una goduria per il corpo e, ovviamente, per la mente.

Dott.ssa Adriana Forapani


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19 Febbraio 2018

La notizia è di quelle che fanno gola, lo so. Da sempre, nell’immaginario collettivo, la pastasciutta si piazza ai primi posti degli alimenti eliminati dalle diete, ma finalmente ottiene la sua rivincita assoluta: non è vero che fa ingrassare. Avete capito bene:  maccheroni e spaghetti sono associati ad una ridotta probabilità di obesità.

E badate bene che non lo dico solo io. Questa mia tesi è rafforzata da uno studio condotto dal Dipartimento di Epidemiologia dell’Irccs Neuromed di Pozzilli: l’analisi dei dati antropometrici dei partecipanti ha confermato che il consumo di pasta non è associato a un aumento di peso, anzi, il contrario! Lo avreste mai detto?

Da sempre sono convinta che la dieta migliore sia quella mediterranea: economica, sana e appetitosa, ma soprattutto ricca di grassi buoni, quindi pastasciutta, olio di oliva, ma anche pomodoro e quant’altro il nostro belpaese ci offre.

Tutto bello e tutto vero, ma attenzione sempre ai quantitativi. Non pensate di poter mangiare un kilo di pasta al giorno con un quintale di olio di oliva, questo è chiaro. Ognuno di noi, in base al proprio corpo, alla propria statura e attività fisica, ha un’esigenza alimentare diversa, che varierà da un muratore alto 1.90 a un impiegato di media statura.

Ciò che mi sento di dirvi è che godersi un piatto di spaghetti in base alle proprie necessità, non solo aiuta ad avere un indice di massa corporea sano, ma riduce la circonferenza della vita e migliora il rapporto vita-fianchi, una vera e propria rivoluzione di tutto ciò che si è sempre pensato.

La dieta mediterranea quindi, consumata con equilibrio e in modo vario, non solo ci rende il pasto più gustoso, ma fa bene anche alla salute.

Sicura d’avervi strappato un sorriso, vi consiglio dunque di inserire nella vostra dieta, (sempre con moderazione, mi preme sottolinearlo), un bel piatto di spaghetti al pomodoro… più mediterraneo di così!

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6 Febbraio 2018

La dieta Dukan e la dieta Atkins funzionano? Un elevato consumo di proteine è la giusta scelta per dimagrire in fretta e con risultati duraturi? Dicerie, verità e falsi miti di un regime alimentare iperproteico: impariamo a fare le giuste scelte a tavola

Le diete, come i vestiti, seguono spesso le mode del momento. Se dovessi annotare su un foglio bianco tutte le “diete miracolose” di cui ho sentito parlare nel corso degli ultimi anni, probabilmente non mi basterebbe lo spazio. In alcuni casi si tratta di veri e propri inganni, in altri sono semplicemente un insieme disordinato di “regole” prive di fondamento scientifico; nei casi peggiori ci si può imbattere in regimi alimentari sbilanciati capaci di ridurre in fretta i grassi portando però problemi ben più gravi.

Forse avrete sentito da un’amica oppure letto un articolo su una rivista o guardato un programma in tv in cui si tessevano le lodi della dieta iperproteica. Ne esistono alcune varianti, la dieta di Atkins e quella di Dukan sono tra le più note.

Che cosa dicono in sintesi le diete iperproteiche?

Consuma molte proteine e dimagrirai: c’è forse qualcuno che non è d’accordo?

La realtà, però, è un po’ più complessa e ora vi spiego il perché. Partiamo da un dato: ogni giorno con una dieta equilibrata una persona dovrebbe assumere circa tra i 50 e i 60 grammi di proteine, vale a dire il 18-20% delle calorie complessive quotidiane. La dieta proteica, come suggerisce il nome stesso, porta a un’introduzione di proteine ben più elevata a discapito di grassi e carboidrati.

Quali conseguenze ha una dieta iperproteica? Consumando più carne, uova e pesce rispetto a pasta e cereali si introdurrà meno acqua e il corpo consumerà più velocemente le riserve di grassi. Il risultato sarà quindi un dimagrimento abbastanza veloce. Se la cosa finisse qui, avremmo trovato il rimedio definitivo per tutto coloro che hanno chili in eccesso.

C’è un però, anzi ce ne sono più di uno. Prima di tutto ci tengo a precisare che non tutte le proteine sono uguali. Le proteine magre – abbinate sempre a carboidrati – sono da preferire rispetto alle proteine derivanti da carni grasse. Pesci, uova, fagioli e soia sono ottimi fonti proteiche, ma anche il maiale nei giusti tagli (filetto, costolette e lombata in particolare) può essere un buona alternativa. Le attenzioni, però, non finiscono qui.

L’assenza o la carenza di altri nutrienti nel breve, medio e lungo periodo potrà rivelarsi fonte di alcuni problemi da non sottovalutare come stanchezza, mal di testa, stitichezza, problemi ai reni e, per le donne, disordini del ciclo mestruale.

Chi sceglie di aumentare la quantità di proteine nella propria dieta, ad esempio, dovrà stare attento ad assicurarsi le giuste dosi di fibre, sali minerali e vitamine che può trovare nella verdura e nella frutta. Dovrà inoltre bere molta acqua per facilitare il lavoro di fegato e reni, chiamati a fare gli straordinari per il possibile eccesso di scorie azotate tipico delle diete iperproteiche.

Alla fine, quindi, posso dire che a fronte di alcuni vantaggi delle diete proteiche esistono anche altri svantaggi da considerare e alcune precauzioni importanti da seguire. Il nostro corpo è un organismo perfetto ed equilibrato: come tale richiede sempre una dieta altrettanto bilanciata.

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